Ancora oggi, molte sono le richieste di informazioni in merito a tale autorizzazione, così ho deciso di affrontare questo argomento nella speranza di farti comprendere al meglio la sua utilità per il settore produttivo e la difficoltà che si ha nell’ottenerla se richiesta in autonomia.
Come per tutte le cose è giusto partire per gradi, iniziamo a capire prima di cosa si tratta e poi step by step ci addentriamo un po’ più nei meandri di tale autorizzazione.
Cos’è l’AUA?
Per AUA si intende l’Autorizzazione Unica Ambientale, a seguito del decreto 59/13 del Presidente della Repubblica datato 13 giugno 2013 che aveva lo scopo di semplificare gli adempimenti ambientali per le piccole medie imprese. L’AUA viene chiamata autorizzazione unica ambientale proprio perché si tratta di un provvedimento abilitativo unico che contiene al suo interno fino a sette diverse autorizzazioni ambientali. Se la tua azienda dovesse necessitare anche solo di una di queste sette potresti essere costretto a doverla richiedere, ed ora penso sia più che lecito chiedersi…
Quali sono queste autorizzazioni?
Per fornirti una panoramica chiara te le cito tutte e sette, e sono:
Autorizzazione agli scarichi idrici
Autorizzazione agronomica degli affluenti di allevamento
Autorizzazione per emissioni in atmosfera di tipo ordinario
Autorizzazione per emissioni in atmosfera di tipo semplificato
Comunicazione nullaosta sull’impatto acustico
Autorizzazione all’utilizzo di fanghi derivati dal processo di depurazione in agricoltura
Comunicazione per il recupero dei rifiuti speciali
Quindi, un unico provvedimento rilasciato da un unico ente e quindi un’unica scadenza da gestire. Bellissimo. Ma non è tutto oro ciò che luccica, la parte più complessa è proprio capire chi è soggetto a questa autorizzazione, infatti il mio consiglio è quello di affidarsi a degli esperti del settore come TQSA, che da anni si occupa di eseguire tali verifiche.
A seguito di un sopralluogo con accertamenti approfonditi, saremo in grado di indicarti se la tua azienda è soggetta o meno alla richiesta di tale autorizzazione.
Come deve essere richiesta? E a chi?
L’AUA deve essere presentata allo sportello telematico del SUAP (sportello unico attività produttive) presso la città ove è ubicata la tua azienda. Per fare ciò bisogna inserire i propri dati e quelli aziendali per eseguire una prima registrazione ed in seguito aprire la pratica relativa all’AUA mediante l’inserimento dei documenti richiesti in formato digitale con tanto di firma attraverso la PEC.
È risaputo che, quando si tratta di pratiche e presentazione di documenti agli sportelli comunali, si va incontro ad un vero e proprio calvario, è per questo motivo che se deciderai di affidarti ad un valido partner come TQSA, penseremo noi a tutto evitandoti di sembrare pazzo agli occhi dei tuoi dipendenti per il nervoso.
Sappi che non si tratta di una semplice compilazione di un modulo prestampato, bisogna avere ben chiaro diversi passaggi, quali:
Che tipo di progetto si vuole presentare
Quali fasi lavorative saranno coinvolte, quindi quali impianti ed attrezzature verranno adoperate
Che tipo di materie prime verranno impiegate, quali prodotti finiti e in quali quantità
Quali saranno gli impatti sull’ambiente
Tutta questa mole di documenti deve essere valutata dall’ente, e il rilascio solitamente non è per nulla automatico, deve essere tutto perfettamente redatto e a norma di legge per ottenere l’AUA.
Ma cosa significa ottenere l’AUA?
Una volta ottenuta la l’autorizzazione da parte dell’ente certificatore, il tuo stabilimento è autorizzato, ciò significa che potrai iniziare a svolgere l’attività per il quale hai inoltrato la richiesta, essendo ora in piena norma.
Ti starai chiedendo: ”Ma io che da anni svolgo la mia attività lavorativa senza aver mai fatto richiesta di nessun tipo di autorizzazione sono passibile di sanzione?” La risposta è SI, quindi visto le tempistiche della burocrazia italiana ti consigliamo di attivarti per tempo, ogni giorno è cruciale per diminuire io rischio di sanzioni.
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