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Rischio di genere: cos'è? Come si valuta?



Buongiorno gentile lettore,

come annunciato nella scorsa chiacchierata (che se ti sei perso ti consiglio di recuperare qui) oggi è un giorno molto importante, è esattamente un anno che il blog è attivo e dispensa consigli utili e curiosità inerenti al mondo della sicurezza, il tutto con un taglio leggero e adatto a chiunque voglia approfondire tematiche ritenute noiose ai più.


Come ti avevo anticipato, ci sarebbe stata una sorpresa, ed è proprio così. Ovviamente come avrai potuto constatare tu stesso dal titolo la sorpresa sta proprio nell’argomento che tratteremo oggi; infatti, tratteremo di uno dei temi più caldi e sensibili degli ultimi anni: Il rischio di genere.


Perché abbiamo deciso di trattare tale argomento?


La risposta è semplice, noi come Team di TQSA crediamo che le donne debbano essere tutelate per quella che è la loro indole femminile nello svolgere l’attività lavorativa giornaliera, e ci piacerebbe per quel che possiamo sensibilizzare anche il nostro piccolo grande pubblico.


Il rischio di genere è un rischio molto recente basti pensare che 50, 60 anni fa il ruolo della donna all’interno della società era solitamente quello della casalinga, e svolgeva attività semplici che non prevedevano rischi particolari.


Fortunatamente negli ultimi 30 anni, complice la globalizzazione e l’evoluzione del pensiero dell’uomo, la donna ha avuto sempre più spazio all’interno della società, andando a ricoprire ruoli di tutto successo; Infatti, molte sono le donne che gestiscono aziende, governano stati, salvano vite, ovviamente questi gli esempi di massima rilevanza sociale, ma vi sono anche molte che tutti giorni si recano sul proprio posto di lavoro in fabbrica, negli uffici.


L’organismo internazionale EU-OSHA raccolto il maggior numero di dati possibili, andando a focalizzare quali sono i settori in cui le donne sono più coinvolte al fine di sensibilizzare tali attività riguardo le differenze di genere per la sicurezza di entrambe.


Come potrai immaginare uomo e donna hanno attitudini diverse e comportamenti diversi, caratteristici del nostro sesso, di conseguenza generalizzare facendo delle valutazioni dei rischi che non scindono tali comportamenti potrebbe comportare un pericolo per entrambe.


In concreto come si presentano le differenze di genere?


Gli uomini e le donne possono essere esposti a rischi diversi, come dicevamo poco fa, e logicamente risponderanno diversamente alla stessa esposizione al rischio. Differenti ruoli sociali e relativi carichi lavorativi possono influenzare l’esposizione al rischio, questo significa che vi sono delle differenze dovute all’ideologia popolare tant’è che diverse ricerche condotte sulla diversità di genere evidenziano che le donne:

  • Sono chiamate allo svolgimento di determinate funzioni lavorative

  • Tentano di mantenere un equilibrio tra la dimensione professionale e quella famigliare

  • Sono presenti in numero inferiore nei management aziendali

  • Sono impegnate in attività lavorative ritenute erroneamente sicure e di facile esecuzione

Quindi, ciò che si evince da questi dati è che, eseguire una valutazione dei rischi con differenziazione di genere è, e sarà sempre più necessaria all’interno del tessuto aziendale italiano e internazionale.


Quali sono i vantaggi di un ambiente di lavoro inclusivo?


Un ambiente lavorativo nel quale le differenze di genere vengono valutate correttamente presenta diversi vantaggi sia per l’azienda che per i lavoratori, quali:

  • Una maggiore capacità di gestione del rischio, la cui esposizione è maggiormente mirata alle specifiche del soggetto

  • Riduzione dello stress lavoro correlato individuale, solitamente causato dallo squilibrio delle attitudini soggettive e la tipologia di rischio

  • Una notevole spinta all’innovazione, con team di lavoro misti che favoriscono la creatività e l’efficienza.


Come può agire il datore di lavoro


Una volta compresi i benefici, il datore di lavoro ha una grande responsabilità nella limitazione dell’impatto delle differenze di genere, le strategie che decide di adottare, avranno un impatto sul medio-lungo periodo in termini di salute dei lavoratori e di qualità del lavoro, il che si traduce in una migliore produttività e benessere generale di tutto l’ambiente lavorativo.


Prima ti citavo EU-OSHA, che è che è l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, e secondo loro il datore di lavoro:

  • Deve attivarsi per rendere alcune attività più semplici e sicure

  • Può dare rilevanza alla questione di genere inserendola nel documento di valutazione dei rischi

  • Deve formulare valutazioni oggettive basandosi su analisi e dati concreti non su presupposizioni e percezioni a volte stereotipate.

  • Può aiutare i propri dipendenti inserendo la possibilità di avere un orario di lavoro flessibile in modo da gestire al meglio sia il contesto famigliare che quello lavorativo

  • Può coinvolgere figure femminili nella decisione di attuare misure riguardanti la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro


Spero che questo speciale ti sia piaciuto, ovviamente siamo solo all’inizio di questo percorso insieme e spero di proseguire il più possibile con questa fantastica rubrica, ma un anno lo considero già un bel traguardo.


Ciao e alla prossima!

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