Come ormai da diversi mesi a questa parte, questa settimana volevo raccontarti un caso studio, come ben sai ogni settimana pubblichiamo qualcosa sul nostro blog e dedichiamo sempre una settimana al mese ai casi studio, in quanto li riteniamo molto formativi.
Molti dei rischi che ora vengono valutati dai nostri tecnici in modo semplice, è sì frutto della loro esperienza, ma anche dello studio approfondito di casi come questo. Infatti, i famosi “near miss” o in lingua italiana infortuni sfiorati, sono degli ottimi esempi per comprendere al meglio cosa è andato storto, sentendo in prima persona il fortunato che ha scampato il pericolo di infortunio o peggio di morte.
Per te lettore, la cosa migliore sarebbe proprio quella di immedesimarti con quanto accaduto nel caso che ti sto per raccontare, così che se nella tua azienda si verificheranno casi simili saprai come comportarti. Lo diceva sempre anche la nonna prevenire è meglio che curare.
Passando al fatto o meglio al racconto del misfatto, ti anticipo che ciò che ti racconterò a breve è un’azione al quale molte aziende non destano troppe attenzioni, infatti fa parte di una di quelle operazioni di pulitura che vengono solitamente fatte in modo poco scrupoloso e con metodi non sempre idonei alla salvaguardia della salute e della sicurezza.
Cosa è successo?
All’interno di una ditta metalmeccanica del milanese che svolge attività di rivestimento protettivo di lamiere metalliche con film plastici e vernici, per la realizzazione di lavatrici, frigoriferi ed ascensori, al termine di ogni giornata come da prassi lavorativa vengono puliti i macchinari, in particolare il miscelatore di vernici, che se lasciato sporco potrebbe alterare le tonalità di colore. Un lavoratore indossando dei guanti ed uno straccio imbevuto di solvente decide di azionare l’albero del miscelatore per una pulizia più rapida, quando accidentalmente la mano con il guanto e lo straccio rimangono incastrati nel macchinario che roteando arreca all’operatore diverse fratture scomposte all’avambraccio che verrà poi amputato in ospedale con 473 giorni di infortunio.
Quali sono le motivazioni per il quale è avvenuto l’infortunio?
Dopo una chiacchierata con il preposto che avrebbe dovuto vigilare le operazioni di pulizia è emerso che tale lavorazione veniva svolta quotidianamente, quindi come già ti avevo anticipato prima, le operazioni di pulizia svolte a fine giornata vengono eseguite senza lucidità in quanto si è stanchi e si ha fretta di rincasare il prima possibile tralasciando la sicurezza nelle operazioni che si stanno svolgendo.
L’operatore di positivo, ironicamente parlando, si era preoccupato di mettere i guanti per proteggere le mani dal solvente. Guanti che si sono rivelati fatali perché insieme al canovaccio si sono impigliati nel macchinario acceso che ruotando ha inevitabilmente rotto il braccio al lavoratore. Penso sia abbastanza logico e banale comprendere che tale operazione non si sarebbe dovuta compiere con il macchinario in movimento, il che sta a sottolineare che all’interno dell’azienda in questione non è stata eseguita una corretta valutazione dei rischi. Come aggravante appunto vi è il macchinario non a norma di legge, solitamente a protezione del dipendente vi sono dei dispositivi di sicurezza che impediscono l’inserimento degli arti quanto il miscelatore è in movimento, sicura che è stata eliminata appunto perché avrebbe rallentato le operazioni di pulitura.
Quali sono le operazioni di prevenzione?
Dopo aver esaminato questo caso nel dettaglio stando attenti a non tralasciare il benché minimo dettaglio, le azioni di prevenzione che consiglio io in qualità di tecnico RSPP di TQSA sono diverse, innanzitutto inizierei con un’accurata valutazione dei rischi reali di ciò che avviene nel quotidiano in azienda. Una volta valutati i rischi, provvederei con l’elaborazione di specifiche procedure per la pulizia ed il mantenimento dei macchinari con un occhio particolare sui miscelatori di vernici. Dopo di che visto e considerato l’atteggiamento dei dipendenti investirei nella formazione dedicata ai lavoratori ed ai preposti con corsi dedicati. Ultimo ma non per importanza, provvederei con la predisposizione di dispositivi di sicurezza sui macchinari andando a ripristinare i macchinari, oppure se vecchi ed impossibili da mettere a norma, valuterei l’acquisto di macchinari nuovi che rispettano i Requisiti Essenziali di Sicurezza (R.E.S.) della Direttiva Macchine; in particolare installazione di un sistema di protezione che impedisca il contatto con parti in movimento.
Come avrai capito, le azioni più semplici, quelle che non ci impegnano a livello mentale, come la pulizia, sono le più pericolose, l’errore è dietro l’angolo e la stanchezza sommata alla poca lucidità di certo non aiutano. È per questo motivo che con il passare degli anni la tecnologia ci sta aiutando a prevenire tutti quegli infortuni che avvengono per sottovalutazione dei rischi, prevedendo dei requisiti essenziali di sicurezza che non vanno assolutamente manomessi. Prevedere delle procedure sistematiche che tengano conto della sicurezza è buona cosa, così che eseguendo giornalmente tutte le attività nella maniera corretta diventi un’azione quasi automatica ma pur sempre nella più totale sicurezza.
Questi sono i miei consigli, se anche tu esegui operazioni di pulizia con macchinari in movimento ora hai tutte le informazioni per correggere il tiro prima che qualcuno dei tuoi dipendenti si faccia del male.
Come sempre spero di esserti stato d’aiuto, alla prossima settimana.
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