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Caso studio: inalazione di solventi

Aggiornamento: 29 set 2023




Buongiorno

Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Come penso tu ben sappia se mi segui da un po’ ciclicamente propongo dei casi studio, analizziamo nel dettaglio near miss o, in casi peggiori, dei veri e propri incidenti per comprenderne gli errori che sono stati commessi e le accortezze che bisogna avere per poterli evitare.


Negli altri articoli che trovi nel nostro blog, trattiamo principalmente di formazione e informazione, ma a volte è bene anche trattare temi pratici, e sicuramente scoprire cosa si cela dietro un incidente può essere altrettanto educativo e di esempio per non replicare l’errore. Ma veniamo ora all’accaduto... Il caso studio di oggi è ambientato all’interno di un'azienda di produzione macchinari industriali situata nel Milanese.


L’operaio era incaricato alla pulizia del basamento di una pressa di notevoli dimensioni utilizzando del diluente nitro, che per chi non lo sapesse è un prodotto che si usa per diluire antiruggine e vernici, che ha anche un grande potere pulente e solitamente viene impiegato per eliminare residui di colla, grasso e stucco.


È di fondamentale importanza sapere inoltre che i vapori prodotti da questo solvente sono 2/3 volte più pesanti dell’aria e quindi tendono a stagnare nelle zone dove vengono utilizzati. Di norma tali lavorazioni vengono svolte all’interno del reparto verniciatura, ma a causa delle notevoli dimensioni della pressa è stata fatta un’eccezione, andando a posizionarla nella fossa di collaudo.


Da una prima descrizione della situazione penso si possa facilmente intuire cosa è accaduto, ma andiamo per gradi. L’addetto una volta terminato il turno di lavoro decide di dedicarsi a quest’attività secondaria, rimanendo da solo all’interno del reparto.

Inizia così l’attività di grassaggio della superficie del basamento della pressa adoperando il solvente nitro con l’ausilio di una pistola a spruzzo. Pochi istanti dopo l’operaio perde i sensi e viene trovato dopo diverse ore da un collega.

L’inalazione dei vapori provenienti dai solventi ha avuto un effetto acuto sul sistema nervoso centrale provocando la totale perdita dei sensi. Portato l’infortunato in ospedale fortunatamente non sono stati diagnosticati danni con postumi permanenti, ma solamente 9 giorni di infortunio.


Perché è avvenuto l'infortunio?


Diciamo che in questo frangente l’errore non è stato solo uno, ma un susseguirsi di scelte errate che hanno portato alla perdita dei sensi del lavoratore. Vediamo insieme quali sono:

  • L’impossibilità di eseguire l’operazione di pulizia e sgrassaggio nel reparto verniciature, dotato di sistema di aspirazione a causa delle dimensioni del macchinario.

  • Inoltre, l’operazione viene eseguita nella fossa di collaudo, che notoriamente è un ambiente confinato non dotato di un necessario sistema di aspirazione.

  • Secondo quanto ricostruito in un secondo momento il lavoratore ha disperso nell’ambiente una quantità elevata di soventi presenti nella miscela, approssimativamente intorno ai 75 litri.

  • Il lavoratore per accelerare le operazioni utilizza una pistola a spruzzo al posto di stracci imbevuti di solvente, come indicato nel DVR sotto la voce istruzioni operative per lo sgrassaggio.

  • Inutilizzo dei DPI

  • I solventi utilizzati hanno una densità maggiore dell’aria, pertanto si sono accumulati in concentrazioni crescenti verso il fondo della fossa.

Quali sono state le criticità organizzative?


Sicuramente uno dei punti cardini della sicurezza è venuto a mancare, ovvero la formazione specifica di preposti e lavoratori, che hanno portato a compiere scelte completamente errate e rischiose per il lavoratore.


Una delle prime domande che mi sono posto è : ”Per quale motivo ha svolto questo lavoro senza la supervisione di nessun preposto?”


Probabilmente il lavoratore svolgeva questa mansione da anni e pensava di essere consapevole, oppure la sua posizione in azienda era tale per cui era lui a prendere decisioni sul suo operato.


Tutte ipotesi, l’unica certezza che abbiamo è che vi è la mancanza di una figura fondamentale come quella del preposto che vigila un’attività all’interno di uno spazio confinato.


Inoltre, un errata valutazione del chimico rispetto alle modalità di lavoro adottate, nello specifico non sono state idoneamente valutate le proprietà chimico-fisiche e tossicologiche degli agenti chimici che si stavano andando ad utilizzare, il che si traduce nella mancanza di comunicazione da parte dell’RLS di quanto riportato nella scheda dei dati di sicurezza presente all’interno del DVR.


Quali possono essere le azioni preventive?

Visto e considerato le criticità prima citate le azioni preventive sono parecchie quindi per semplificare la cosa le affronteremo per punti:

  • Effettuare una corretta valutazione del rischio per la salute e per la sicurezza, comprensiva dell’individuazione e dell’analisi delle proprietà pericolose degli agenti chimici presenti e dei rischi associati in aggiunta alla valutazione del contenuto della SDS (asfissia, tossicità per inalazione o contatto, incendio ed esplosione).

  • Con particolare attenzione agli effettivi scenari di esposizione: caratteristiche fisico-chimiche e tossicologiche delle sostanze impiegate, quantitativi utilizzati, tempi di esposizione e modalità operative di utilizzo. Inoltre, ove possibile è da prediligere l’uso di sostanze meno pericolose per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

  • Fornire ai lavoratori ed ai preposti una formazione adeguata e specifica.

  • Implementare procedure di lavoro coerenti con quanto indicato nelle schede di dati di sicurezza e nelle schede tecniche dei prodotti utilizzati in azienda, previa valutazione completa delle informazioni.

  • Eseguire operazioni che prevedono l’impiego di sostanze chimiche pericolose con adeguati sistemi di protezione collettiva (es. cappe aspiranti, ecc.) e con idonei DPI di protezione delle vie respiratorie (maschere con filtro adeguato), della cute e delle mucose.

  • Esporre segnaletica di sicurezza chiara e adeguata rispetto ai rischi presenti ed alle misure protettive da utilizzare.

  • Pianificare adeguate procedure di intervento da attuare al fine di proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori dalle conseguenze di incidenti o di emergenza derivanti dalla presenza di sostanze chimiche pericolose, prevedendo esercitazioni e la messa a disposizione di appropriati mezzi di primo soccorso e dispositivi di protezione individuale.


Oggi volevo dimostrarti come la più semplice delle attività ovvero quella della pulizia può avere gravi effetti sulla salute dell’uomo se eseguita senza la giusta attenzione, sottovalutando i rischi che può comportare, figuriamoci quindi attività più complesse. Prestare attenzione a tutti i dettagli non fa di noi gente rompi scatole ma persone scrupolose che tengono alla propria salute e a quella dei nostri colleghi.

Spero come sempre di essere stato esaustivo, se ti va di approfondire il rischio chimico che comunque è parte integrante dell’argomento, qui trovi un mio vecchio articolo in cui affronto la cosa in modo molto completo. Se invece le tue curiosità sono altre non ti preoccupare, contattami pure senza problemi, sarò lieto di fare una chiacchierata con te. Alla prossima!!

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