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Sicurezza sul lavoro: un elemento imprescindibile

Aggiornamento: 29 giu 2021



Buongiorno Caro lettore, Come ben saprai a più o meno un anno dalla catastrofe epidemiologica che il nostro paese ed in particolare Bergamo ha dovuto subire, tutte le imprese stanno nuovamente reintegrando il loro organico dipendenti.


Finalmente la pessima e precaria situazione lavorativa dovuta al Covid-19 sta piano piano scomparendo, non neghiamo che qualche strascico lo ha lasciato e ci spiace per le persone che in questo momento versano in cattive acque, ma a renderci fieri del nostro paese anche se in maniera lieve sono appunto i reintegri dovuti, ad una più che evidente ripresa economica che sta caratterizzando questo primo semestre del 2021.


Il Nord Italia in particolare la Lombardia sono da anni i protagonisti della crescita del nostro paese, basti pensare che secondo gli ultimi dati Istat risalenti al 2018 un quinto del PIL Italiano viene prodotto proprio all’interno della nostra regione, Questo significa che noi cittadini Bergamaschi, Milanesi, Bresciani, Lodigiani, Comaschi, insomma lombardi, tutti i giorni con il sudore del nostro lavoro contribuiamo in modo sostanziale al futuro della nostra penisola.


È proprio per questo motivo che in un momento di ripartenza importante come quello che stiamo affrontando, veniamo chiamati in causa per dare il massimo del nostro contributo presso le nostre sedi lavorative, cercando di portare avanti una cultura volta all’artigianalità, alla qualità e all’ innovazione che da sempre caratterizzano le piccole medie imprese di questo territorio.


Ma questa nonostante le cose positive che ho già citato non è una favola a lieto fine, anzi tutt’altro perché infatti ciò di cui ti volevo parlare oggi sono cinque decessi e due infortuni gravi avvenuti sul territorio Bergamasco dal 4 maggio al 4 giugno del 2021.


Non sono solito affrontare questo tipo di argomenti, anzi solitamente cerco di fare appassionare i miei lettori alla sicurezza, perché non è sempre come la dipingono molte testate giornalistiche, che parlano solo di multe, infortuni e morti.


La sicurezza fa parte dell’etica e dello sviluppo delle imprese presenti sul nostro territorio e come tale è giusto che se ne parli per stimolare gli imprenditori sia che sono nostri clienti che non a tutelare i propri dipendenti per farli lavorare in un luogo sano e sicuro che punta ad assicurarsi un posto tra le aziende del futuro.


Ma oggi dopo aver analizzato l’ultimo mese nella provincia di Bergamo per quanto concerne la salute e la sicurezza sul lavoro, mi sento di dover dedicare almeno un’edizione della nostra chiacchierata settimanale alle povere vittime che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Partirò dal 4 maggio andando in ordine cronologico dall’evento più lontano all’evento più vicino alla data odierna scrivendo brevemente quanto accaduto e cercando di fare sia una breve riflessione della situazione specifica sia una riflessione globale al termine.


4 Maggio 2021

Leffe, quarantunenne s’incastra nei rulli e rischia di perdere un braccio.

Secondo quanto riportato dalle testate giornalistiche locali il quarantunenne residente a Fiorano al Serio mentre stava svolgendo il suo lavoro presso una storica azienda tessile della zona, avrebbe accidentalmente inserito il braccio all’interno di un macchinario perdendolo in modo definitivo, i colleghi presenti sul posto, hanno prontamente chiamato i soccorsi che si sono precipitati sul posto con l’elisoccorso portando il malcapitato in ospedale.


Come già detto in precedenza questo è un periodo molto florido per le aziende, che dopo un periodo di chiusura forzata si trovano nuovamente a far fronte ad una montagna di nuovi ordini, ma questo crea delle pressioni nel personale che dovendo lavorare in situazioni di stress costante, rischia di commettere alcuni errori.


Se a questa considerazione sommiamo la mancanza della messa in sicurezza dei macchinari, l’infortunio è dietro l’angolo. Infatti, in questo caso probabilmente il macchinario non era previsto di paratie protettive per il lavoratore o addirittura di uno spegnimento di emergenza. Ricordo che le nostre sono supposizioni, non la realtà, ma avendo molta esperienza possiamo dire la nostra considerando la mole di situazioni similari che ci si sono palesate negli anni.


6 Maggio 2021

Morto a Pagazzano operaio edile di quarantasei anni

Secondo le prime notizie dei quotidiani presenti in rete, l’uomo sarebbe stato schiacciato da una lastra di cemento armato mentre era impegnato nella posa della stessa in un cantiere nei pressi di Pagazzano in provincia di Bergamo, inutile dire che l’intervento dei soccorsi è risultato inutile. Tale incidente ha scatenato i sindacati che fanno notare come nel 2021 i cantieri siano ancora il luogo dove vengono registrate il maggior numero di morti, soprattutto nella provincia di Bergamo. Gli stessi chiedono un rafforzamento dei controlli all’interno dei cantieri da parte degli organi competenti ed una formazione dei lavoratori più duratura e rigida.


Da quanto emerso è difficile cercare di fare un commento a tale articolo in quanto non vi è nessun dettaglio che ci permetta di dire con certezza cosa è accaduto realmente, ma possiamo presupporre che il problema sia stato sulla movimentazione della lastra, molti casi sono riconducibili agli errati ancoraggi degli elementi prefabbricati sia in cemento che in altri materiali.


Sarebbe bene che le aziende che sono solite alla movimentazione di materiale istituissero un iter lavorativo per il quale ogni addetto alla movimentazione sia in una situazione di riparo da eventuale cedimento e caduta del carico. Sono anche d’accordo che non sempre sia possibile attuare tali misure di prevenzione, ma è bene che in queste situazioni vi sia un’attenzione particolare a tutti i dettagli per evitare situazioni irreversibili.

18 Maggio 2021

Marco Oldrati l’operaio di San Paolo D’argon precipitato in un cantiere sito in Provincia di Varese

Marco Oldrati aveva soli 52 anni mentre stava eseguendo un’operazione di carotaggio all’interno del centro commerciale La Fornace di Tradate. In base alle prime testimonianze dei colleghi, Oldrati sarebbe caduto da un trabattello alto poco meno di due metri procurandosi un trauma cranico e toracico che è risultato fatale. È attualmente in corso l’autopsia per comprendere se Marco ha avuto un malore che è stato causa dell’incidente.


Appurato che ancora sono incerte le motivazioni del decesso, quello che possiamo dire a riguardo è che sicuramente nel momento in cui vi sono delle lavorazioni in quota, anche se ad una altezza non particolarmente pericolosa, sono di vitale importanza i DPI come il casco e l’imbracatura che deve essere ancorata con il corretto moschettone ai correnti in grado di resistere al carico.


Inoltre, è bene che vi sia alle spalle una corretta formazione come il corso per lavoratori in quota, anche se in questo caso specifico, considerando l’altezza minore di due metri non sarebbe stato obbligatorio.


Nello stesso giorno a poche ore di distanza…

Operaio cinquantaquattrenne investito da un tir mentre eseguiva una manovra


Sergio Persico stava attraversando a piedi il piazzale antistante alla ditta De Berg di Spirano, quando è stato travolto da un collega alla guida di un tir durante la fase di manovra. Alla guida un quarantaduenne bergamasco, che una volta accortosi dell’accaduto ha provveduto a chiamare i soccorsi, che al loro arrivo hanno provato a rianimare l’uomo senza successo.


È pesante il bilancio delle tragedie sul lavoro che riguarda la provincia di Bergamo, si tratta della terza vittima sul lavoro in una decina di giorni. Anche il mondo politico si unisce al cordoglio, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha parlato dell’ennesimo lutto grave ed ingiustificabile, spiegando che la regione ha incrementato le azioni a salvaguardia dei lavoratori con un impegno costante.


Ho appositamente riportato quanto detto da Fontana per farti comprendere la gravità della situazione che stiamo attraversando, ogni anno sono molti i morti sul lavoro, ma molti decessi in così breve termine auspicano uno scenario terribile nel lungo periodo, ed è anche per questo motivo che i sindacati scendono in piazza settimanalmente.


Per quanto riguarda Sergio Persico, non sono molte le parole da spendere. Come in tutti i casi di incidenti, l’attenzione è forse l’elemento che è venuto meno, l’autista avrebbe dovuto prestarne di più prima di eseguire la manovra, sembra stupido ma anche solo un’occhiata agli specchietti avrebbe potuto fare la differenza ma senza dubbio le mie parole a postumi servono a poco nulla.


Una delle azioni che risolverebbero a mio avviso tale problematica è l’installazione di un lampeggiante e di un cicalino in fase di retromarcia, in modo da avere un avviso sia di tipo visivo che di tipo acustico accorgimenti che avrebbero potuto allertare Sergio, evitando così la catastrofe.

26 Maggio 2021

Ennesimo infortunio sul lavoro, ad Albano ferito un operaio di 43 anni


Poco prima delle 8 un operaio di 43 anni è rimasto ferito ad Albano Sant’Alessandro, presso un’azienda che si occupa di saldature specializzate su valvole e componenti di impianti petroliferi e chimici.


L’infortunato, titolare di un’impresa esterna di idraulica industriale, si trovava all’interno dell’azienda per un intervento presso una valvola industriale di notevole peso e dimensioni, per cause ancora da chiarire il pezzo è caduto a terra colpendo il lavoratore ad entrambe le gambe. L’infortunato ha riportato diversi traumi ed è stato prontamente portato in pronto soccorso.

In questo caso fortunatamente non si parla di decesso, ma pur sempre di un infortunio grave che potrebbe avere danni permanenti sul malcapitato.


Purtroppo, le cause della caduta della valvola sono ancora da accertare, ma come nel primo decesso che abbiamo analizzato, la causa dell’infortunio è la movimentazione di carichi pesanti, è indispensabile che aziende come quella in questione abbiano dei piani di movimentazione che previa analisi del rischio specifico tutelino la sicurezza dei lavoratori.


Inoltre, vi dovrebbero essere delle procedure di ancoraggio e stabilizzazione dei pezzi durante tutte le fasi di lavorazione, in modo da impedire il cedimento del grave e causare gravi danni come quanto accaduto.

3 Giugno 2021

Incidente in A21 a Fiorenzuola: morti 5 operai di Bergamo e Brescia


Nel pomeriggio del 3 giugno nel tratto di collegamento tra la A1 e la A21 i 5 operai stavano rientrando a casa dopo una giornata di lavoro presso il “Parma Food Business Incubator” sito per l’appunto a Parma, quando da una prima ricostruzione pare che il Doblò sul quale viaggiano gli operai si sia schiantato ad alta velocità contro un autocarro fermo in coda per un altro incidente, causandone la morte sul colpo.


Erano tutti operai edili presso un’impresa di Corte franca in provincia di Brescia, tra i deceduti troviamo AzEddine ErRahhali un quarantenne di origine marocchina residente a Covo in provincia di Bergamo.

Ahimè, la vicenda si commenta da sola, gli incidenti nei tratti casa-lavoro, lavoro-casa definiti in itinere sono una delle maggiori cause di infortunio, e come potrai immaginare è molto complesso fare prevenzione da parte delle aziende in tal senso. I datori di lavoro si augurano che vi sia l’uso del buon senso quando si è alla guida, soprattutto con altre vite a bordo.


In questo caso alla guida c’era Bruno Bracchi, operaio di 67 anni prossimo alla pensione, che di esperienza in strada ne aveva molta esattamente come in cantiere, ma purtroppo non è bastata per scampare all’incidente. La strada è un luogo pericoloso in qualsiasi momento della giornata a prescindere dal lavoro, ed è bene che vi sia la giusta attenzione e concertazione alla giuda per evitare di essere i protagonisti di un misfatto, anche se è vero che a volte si è vittime di disattenzioni altrui.

4 giugno 2021

Camionista cinquantanovenne morto durante le operazioni di scarico merce


Nella mattinata di venerdì 4 giugno presso la Plastic Leffe si è verificato un incidente mortale che ha visto coinvolto un lavoratore di 59 anni residente in provincia di Treviso. Mentre il lavoratore si accingeva a scaricare il materiale dal proprio camion, dopo aver aperto il portellone posteriore e sganciato le cinghie che trattenevano il carico, due grossi imballi di plastica del peso di circa 500kg sono precipitati dal pianale travolgendo l’uomo.


Per commentare questo drammatico incidente e per dare una chiusa a questo articolo che è durato anche troppo rispetto ai canoni al quale sono solito scrivere, riprendo le parole che ha usato Sergio Piazzolla, uno dei responsabili dell’Asl intervenuti sul posto.


“Le aziende devono prevedere delle procedure operative accurate che poi devono essere ben conosciute e seguite dagli operatori per il carico, scarico stivaggio e ancoraggio sui camion della merce ingombrante e pesante. Il materiale deve essere ben fissato durante il trasporto su strada e poi deve essere movimentato in sicurezza da parte dei lavoratori che devono essere appositamente addestrati e formati per queste delicate e rischiose operazioni”.


Come già detto durante l’apertura dell’articolo, la crisi dello scorso anno e la ripresa economica appena iniziata non possono essere la scusa per ignorare le norme di sicurezza o per chiedere ai dipendenti di adottare ritmi forsennati che mettono a rischio la loro incolumità e salute.


Lo abbiamo visto in molti casi, anche a livello nazionale: dispositivi di sicurezza che vengono disattivati o manomessi perché rallentano la produzione. Tutto questo viene ritenuto inaccettabile dai sindacati Bergamaschi che chiedono a gran voce azioni concrete.


Dopo 5 morti e 2 gravi incidenti sul lavoro in un mese anche il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha affermato che non vi sono parole per commentare quanto accaduto. Solo preghiere. Continuando afferma che il territorio bergamasco sta pagando un tributo umano inaccettabile, e che rivolgerà al ministro al ministro del Lavoro chiedendo più controlli nella formazione e nelle misure di prevenzione e protezione.


Come sempre spero di averti fatto riflettere e di averti trasmesso qualcosa, ti aspetto la prossima settimana con un nuovo argomento.

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