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  • Incidenti sul lavoro in aumento

    Nell'articolo di oggi andremo a porre luce su una tematica molto attuale ovvero quella degli incidenti sul lavoro. Purtroppo, seguendo le statiche, è un grafico con un trend in aumento. Ma quali sono le cause principali degli incidenti e quali conseguenze pratiche subiscono le aziende? Indice: Introduzione Analisi delle Cause Principali Statistiche e Tendenze Attuali Impatto sugli Imprenditori e sull'Azienda Conclusione 1. Introduzione Gli incidenti sul lavoro rappresentano una delle principali problematiche nel panorama lavorativo italiano. Sempre più spesso i giornali scrivono articoli su infortuni e incidenti sul lavoro. Le statistiche degli ultimi anni infatti evidenziano una crescente frequenza di questi eventi, che si traducono non solo in drammatiche conseguenze per i lavoratori coinvolti, ma anche in costose ricadute per le aziende in termini di: perdite economiche, sanzioni, danni all'immagine. In questo contesto, la prevenzione assume un ruolo chiave. Aziende come TQSA, che da oltre un decennio si occupano di sicurezza sul lavoro, pongono l'accento sull'importanza di un ambiente lavorativo sicuro e regolamentato, fornendo strumenti e formazione per prevenire tutto ciò. 2. Analisi delle Cause Principali degli Incidenti sul lavoro Identificare le cause principali che stanno dietro l'incremento degli incidenti sul lavoro è il primo passo verso la loro prevenzione. Diverse ricerche e studi hanno messo in luce fattori ricorrenti che possono essere raggruppati in varie categorie come: la mancanza di una formazione adeguata a eseguire una mansione, inadeguatezza delle attrezzature usate, disattenzione alle norme di sicurezza, la sottovalutazione dei rischi da parte dei lavoratori e dei dirigenti. Un aspetto da non trascurare è la pressione che spesso si esercita sui lavoratori per mantenere alti livelli di produttività, talvolta a discapito delle norme di sicurezza. Questo, combinato con una formazione insufficiente, può portare a una pericolosa sottovalutazione dei rischi e, di conseguenza, a un aumento degli incidenti. 3. Statistiche e Tendenze Attuali Per comprendere l'entità del problema, è utile osservare da vicino i numeri. Le statistiche e le tendenze attuali mostrano un incremento degli incidenti sul lavoro non solo in termini assoluti, ma anche in relazione alla gravità degli infortuni. Secondo i dati rilasciati dall'Inail ad esempio, si è registrato un aumento dei casi di infortunio con un bilancio di 1090 infortuni mortali. I dati parlano chiaro: abbiamo assistito ad un aumento del 21% rispetto all'anno precedente. Questa tendenza ha spinto le autorità a inasprire i controlli e a rafforzare la legislazione in materia di sicurezza sul lavoro. D'altra parte, ha sollecitato le aziende a rivedere le proprie politiche interne, evidenziando la necessità di un partner e consulenti affidabili nel campo della sicurezza sul lavoro. Quali sono i settori più colpiti? Per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro sono 3 i settori maggiormente colpiti nel 2022 tra cui la sanità, le aziende manifatturiere e infine i trasporti. Incidente sul lavoro a Pontida (BG) Senza andare troppo lontano, a Pontida, nella bergamasca, un paio di settimane fa un operaio ha perso la vita rimanendo schiacciato da un macchinario. L'azienda era attiva nella produzione di acciaio e l'uomo di 55 anni è rimasto coinvolto nell'incidente all'interno dell'impianto. L'uomo è un'ulteriore vittima che si aggiunge al bilancio degli incidenti che accadono sempre più spesso in Lombardia. Per questo motivo la prevenzione diventa un'attività prioritaria. 4. Impatto sugli Imprenditori e sull'Azienda L'impatto degli incidenti sul lavoro non si limita solo alla sfera personale del lavoratore, ma si estende a tutta l'attività. Le conseguenze per gli imprenditori possono essere severe, variando da interruzioni della produttività a pesanti sanzioni legali, passando per un aumento dei costi assicurativi e, non meno importante, un grave danno alla reputazione dell'azienda. I costi degli incidenti per un'azienda Dal punto di vista economico, gli infortuni comportano diverse spese. I costi diretti includono: le spese mediche, i risarcimenti le sanzioni derivanti dal non aver rispettato le normative di sicurezza. I costi indiretti possono essere meno immediati, ma altrettanto significativi: calo della produzione per chiusura dell'attività, calo della morale dei dipendenti, costi di assunzione e formazione del personale sostitutivo, perdita di clienti a seguito di una reputazione aziendale compromessa. È essenziale per un imprenditore comprendere che investire nella sicurezza non è un costo, ma un investimento che ti ripagherà sempre. Conclusione Gli incidenti sul lavoro sono una realtà che tutti vorremmo evitare. Purtroppo, il numero di questi episodi in Italia è in preoccupante aumento, rendendo la sicurezza sul lavoro un argomento di fondamentale importanza per ogni imprenditore attento e responsabile. La sicurezza sul lavoro non è soltanto una questione di conformità alle norme, ma una vera e propria cultura da instaurare all'interno delle aziende. E chi meglio di noi può guidarti in questo percorso? Contattaci per un preventivo personalizzato per la tua azienda.

  • Ebook Sicurezza sul lavoro

    Se sei un imprenditore o un responsabile della sicurezza di un'azienda sicuramente ti chiederai perché ultimamente si parla spesso di sicurezza e come rendere più sicuro il tuo ambiente. La prima domanda che vogliamo porti è: hai mai riflettuto su quanto tempo, denaro ed energie sei costretto a sprecare per occuparti della sicurezza nella tua azienda? La verità è che probabilmente non sei neanche pienamente cosciente dei costi reali che pesano sulla tua attività a causa di questa enorme responsabilità. Per questo motivo abbiamo scritto un ebook (che potrai scaricare gratuitamente compilando il modulo qui sotto) che aiuta gli imprenditori a comprendere meglio il tema. Cosa Imparerai dall'ebook? Il significato e l'importanza della sicurezza sul lavoro. Le pratiche migliori per un ambiente di lavoro sicuro e sano. Come la sicurezza sul lavoro influisce sul successo di un'attività produttiva. Esempi concreti di imprenditori Inizia oggi stesso a costruire un futuro più sicuro per la tua azienda. Trovi tutto nella nostra ultima guida! 📥 Scarica gratis l'Ebook Sicurezza sul lavoro

  • Dvr autofficina: quali informazioni dovrebbe contenere?

    Se sei un imprenditore proprietario di un’autofficina, la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere una delle tue massime priorità. La tutela dei tuoi dipendenti e la conformità alle normative sono essenziali per il successo e la sostenibilità della tua attività. Nell'articolo di oggi esploreremo l'importanza della sicurezza sul lavoro in un'autofficina e come un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) ben strutturato può fare la differenza. Le informazioni inserite in questo documento variano da settore a settore e oggi vogliamo porre la nostra attenzione sulle autofficine, fornendo informazioni utili anche a chi non è un esperto di sicurezza. Indice L'Importanza della Sicurezza sul Lavoro in un'Autofficina Cos'è un DVR per Autofficine I Requisiti di un DVR per Autofficine Quali sono i principali rischi in un'autofficina? Conclusioni 1. L'Importanza della Sicurezza sul Lavoro in un'Autofficina La sicurezza sul lavoro in un'autofficina è un'attività molto importante in azienda che non può essere trascurata. Ecco alcune ragioni per cui dovresti dare la massima importanza alla sicurezza: Protezione dei Dipendenti: I tuoi dipendenti sono essenziali per far progredire la tua attività quindi dovresti prevenire eventuali infortuni che possono impedire il loro operato, oltre al fatto che proteggerli è un dovere morale. Conformità Legale: La mancata conformità alle normative sulla sicurezza sul lavoro può comportare sanzioni pesanti, la sospensione o nei casi più gravi persino la chiusura dell'attività. Aumento della Produttività: Un ambiente di lavoro sicuro promuove la produttività, riducendo il tempo perso per infortuni o malattie correlate al lavoro. Reputazione Aziendale: Dimostrare un impegno per la sicurezza può migliorare la tua reputazione tra i clienti tra i clienti e i dipendenti in particolar modo, ma più genericamente potremmo dire con tutti gli stakeholder. 2. Cos'è un DVR per Autofficine? Il DVR, o Documento di Valutazione dei Rischi, è un documento obbligatorio per tutte le aziende, comprese le autofficine. Esso rappresenta una pietra miliare nel contesto della sicurezza sul lavoro ed è un requisito fondamentale per la conformità alle leggi vigenti. Ma cosa contiene un DVR per un'autofficina? Possiamo riassumere questo documento come se fosse un resoconto dettagliato delle attività e dei processi che comportano rischi sul posto di lavoro da quelli più evidenti a quelli più remoti e nascosti. Il DVR analizza tutti i pericoli potenziali a cui i lavoratori sono esposti e fornisce una valutazione dei rischi. Inoltre, stabilisce le misure preventive da adottare per garantire un ambiente di lavoro sicuro. La valutazione dei rischi è davvero importante nelle aziende anche per il fatto che senza di essa è difficile definire la strategia e le attività di prevenzione dei rischi. 3. I Requisiti di un DVR per Autofficine Un DVR per autofficine dovrebbe essere redatto con attenzione, tenendo conto delle specifiche esigenze del settore. Alcuni dei requisiti chiave includono: Identificazione dei Rischi: Il DVR dovrebbe identificare tutti i potenziali rischi interni ed esterni associati alle attività dell'autofficina. Interni, come l'uso di attrezzature e sostanze chimiche, esterni come per esempio il contesto industriale. Valutazione dei Rischi: Deve essere eseguita una valutazione dettagliata di ciascun rischio, includendo la probabilità e la gravità dell'evento. Misure Preventive: Il DVR dovrebbe proporre misure preventive specifiche per ridurre o eliminare i rischi individuati. Piano di Emergenza: In caso di incidenti, è necessario un piano di emergenza ben definito e semplice da attuare. Aggiornamento Periodico: Il DVR deve essere aggiornato regolarmente per tener conto dei cambiamenti nell'attività e delle nuove normative. 4. Quali sono i principali rischi in un'autofficina? Venendo al dunque possiamo identificare 4 rischi principali che i lavoratori possono affrontare sul lavoro: Rischio vibrazioni: essendoci diversi macchinari e attrezzature, un lavoratore potrebbe essere esposto a vibrazioni continue e soprattutto quotidiane, come quelle generate da strumenti per il montaggio e smontaggio degli pneumatici e parti dei veicoli stessi. L'esposizione prolungata a queste vibrazioni può causare dei danni alla salute come, ad esempio, la sindrome delle vibrazioni mano-braccio. Rischio rumore: in un'autofficina sono presenti diversi compressori d'aria o macchinari rumorosi e l'esposizione prolungata a rumori forti può causare disturbi all'udito o nei casi più gravi la perdita dell'udito stesso. Esposizione agli agenti chimici: ci sono possono essere alcune sostanze chimiche, come oli, lubrificanti, vernici e solventi la cui esposizione quotidiana e prolungata nel tempo può portare a problemi respiratori, dermatiti o allergie. Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC): Il sollevamento, il trasporto e il posizionamento di pesanti componenti automobilistici o di macchinari utilizzati per sistemare automobili, può causare lesioni muscoloscheletriche, distorsioni, ernie e lesioni alla schiena. Conclusioni Oggi avrai capito quali rischi possono esserci nella tua attività e perché la sicurezza sul lavoro è così importante. Il DVR è lo strumento chiave che ti aiuta a stabilire quali sono i rischi specifici e come prevenirli. Se sei alla ricerca di un partner affidabile per la creazione del tuo DVR per autofficina, TQSA è specializzata nel redigere pratiche e documenti per la sicurezza. Non trascurare la sicurezza sul lavoro: è un investimento che ripagherà in termini di successo e benessere. Contattaci per un preventivo personalizzato.

  • Dispositivi per rilevare gli angoli ciechi: nuove delibere nel comune di Milano

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Oggi voglio parlarti di un grande passo per il comune di Milano, che attraverso le delibere 971 del 11/07/2023 e 1260 del 21/09/2023 (consultabili sul sito del comune) ha deciso di imporre l’utilizzo dei dispositivi per il rilevamento degli angoli ciechi ad alcune categorie di veicoli per poter accedere nell’Area B. Andando ad aumentare sensibilmente la sicurezza stradale del capoluogo Lombardo. I sistemi di rilevamento degli angoli ciechi (BSD – Blind Spot Detection) sono dispositivi ausiliari alla guida che aiutano i conducenti a rilevare i veicoli, i ciclisti e i pedoni che si trovano nell'area non visibile del loro specchietto retrovisore. Gli angoli ciechi sono le zone intorno al veicolo che non sono visibili al conducente da nessun punto del suo campo visivo. Questi angoli possono essere particolarmente pericolosi durante le manovre di svolta, quando il conducente deve cambiare corsia o quando deve uscire da un parcheggio. I sistemi BSD funzionano utilizzando una varietà di tecnologie, tra cui: Sensori radar: i sensori radar emettono onde radio che vengono riflesse dagli oggetti nell'area dell'angolo cieco. Il sistema utilizza quindi queste informazioni per rilevare la presenza e la posizione di un oggetto. Sensori a ultrasuoni: i sensori a ultrasuoni emettono onde sonore ad alta frequenza che vengono riflesse dagli oggetti nell'area dell'angolo cieco. Il sistema utilizza quindi queste informazioni per rilevare la presenza e la posizione di un oggetto. Telecamere: le telecamere sono montate sui lati del veicolo e registrano l'area dell'angolo cieco. Il sistema utilizza quindi queste informazioni per rilevare la presenza e la posizione di un oggetto. Quando un sistema BSD rileva un oggetto nell'area dell'angolo cieco, avvisa il conducente tramite segnali visivi e acustici. I segnali visivi possono includere luci lampeggianti o indicatori luminosi sul cruscotto. I segnali acustici possono includere un segnale acustico o un avviso vocale. Quali sono i riferimenti normativi in Italia in materia di sensori ad angolo cieco? In Italia non esiste una normativa di riferimento sui sensori degli angoli ciechi. In materia di equipaggiamento dei veicoli a motore destinati al trasporto di persone e al trasporto merci e alla sicurezza della loro circolazione in strada, il nostro Codice della Strada non fa ancora alcun riferimento ai dispositivi di rilevamento e di segnalazione degli angoli ciechi. Le norme europee di riferimento sono: Regolamento UE 2019/2144 relativo ai requisiti di omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché di sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli, per quanto riguarda la loro sicurezza generale e la protezione degli occupanti dei veicoli e degli altri utenti vulnerabili della strada; Regolamento UN R151 per sistema Blind Spot Information System for the Detection of Bicycles (BSIS); Regolamento UN R159 per sistema Moving Off Information System (MOIS); Regolamento UN R158 per sistema Devices for means of rear visibility or detection (DRM). I sistemi di segnalazione da installare after market che tipo di certificazione devono avere? I sistemi devono essere conformi alla normativa vigente applicabile in Europa, disporre della marcatura CE e delle principali certificazioni relative alla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Direttiva 2011/65/UE), alla compatibilità elettromagnetica (Direttiva 2014/30/EU), alle le disposizioni uniformi relative all'omologazione di veicoli riguardo alla loro compatibilità elettromagnetica (Regolamento UN ECE R10), ed in caso di dispositivi dotati di telecamere esterne della Certificazione impermeabilità IP69K. L’installazione dei sensori after market comporta l’aggiornamento del libretto di circolazione del mezzo? No, al momento l’installazione dei dispositivi in argomento non è ricompresa tra i casi che comportano l’aggiornamento del libretto di circolazione (es. passaggio di proprietà). Quali sono i costi e i tempi di installazione dei dispositivi? I tempi di installazione ed i costi variano in base alla tipologia dei dispositivi di segnalazione scelta. In caso di incidente o contenzioso, la presenza dei dispositivi ha valore esimente ai fini di eventuali responsabilità? No, l’equipaggiamento di un veicolo, in caso di sinistro, non solleva da qualsivoglia responsabilità il guidatore. Questa possibilità non è ammessa dall’ordinamento giuridico italiano. Quindi, ad oggi, l’apposizione dell’adesivo c.d. “angolo cieco” e l’installazione del sistema di rilevamento sono condizioni per poter accedere e circolare in deroga nella ZTL Area B del Comune di Milano (e per questo si richiama l’art. 7 co. 9 del Codice della Strada sulle ZTL). Il Comune prevede di erogare dei contributi per le aziende che devono adeguare i veicoli? Attualmente non sono previsti finanziamenti per l’acquisto dei dispositivi di rilevazione degli angoli ciechi. Oltre ai sistemi di rilevamento degli angoli ciechi devono essere applicati anche gli adesivi? L’apposizione sul veicolo degli adesivi di segnalazione degli angoli ciechi è obbligatoria, quindi sì. Gli adesivi da apporre sui veicoli devono essere in italiano? No, l’importante è che il pittogramma sia di chiara interpretazione e che siano posizionati correttamente. Quando entra in vigore l'obbligo dell'installazione dispositivi di segnalazione degli angoli ciechi? Dal 1° ottobre 2023, potranno circolare nella ZTL Area B solo i camion (categoria N3) e gli autobus (categoria M3) che avranno installato i sistemi di segnalazione ottica e/o acustica e/o tattile che allertino il conducente della presenza di pedoni e ciclisti nella parte anteriore del veicolo o e sul lato del marciapiede. Dal 1° ottobre 2024, potranno circolare nella ZTL Area B solo i camion (categoria N2) e gli autobus (categoria M2) che avranno installato i sistemi di segnalazione ottica e/o acustica e/o tattile che allertino il conducente della presenza di pedoni e ciclisti nella parte anteriore del veicolo o e sul lato del marciapiede. Dove posso verificare la categoria del mio veicolo? Al campo J della carta di circolazione del veicolo è indicata la categoria del veicolo (es M2, M3, N2, N3). Sono previste deroghe all’obbligo di installazione dei sistemi di rilevamento degli angoli ciechi? No, per poter circolare in Area B, il Comune di Milano ha introdotto l’obbligo per camion (categoria N2 e N3) e autobus (categoria M2 e M3) di installare sistemi di rilevamento della presenza di pedoni e ciclisti negli angoli ciechi. Posso circolare in Area B se sono in possesso di un contratto di acquisto relativo ai sistemi di rilevamento degli angoli ciechi? Dal 1° ottobre 2023, potranno circolare nella ZTL Area B anche i camion (categoria N3) e gli autobus (categoria M3) i cui proprietari risultino in possesso di un contratto di acquisto relativo a sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti in prossimità della parte anteriore del veicolo e sul lato del marciapiede e di emettere un segnale di allerta, fino all’installazione del dispositivo e comunque non oltre il 31 dicembre 2024. La copia della documentazione che attesta l’acquisto (ordine di acquisto indicante il numero di kit ordinati, marca e modello) deve essere conservata a bordo del veicolo. Tutti i veicoli devono comunque essere muniti dell’apposito adesivo di segnalazione della presenza dell’angolo cieco. Dal 1° ottobre 2024, potranno circolare nella ZTL Area B anche i veicoli (categoriaN2 e M2) i cui proprietari risultino in possesso di un contratto di acquisto relativo a sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti in prossimità della parte anteriore del veicolo e sul lato del marciapiede e di emettere un segnale di allerta, fino all’installazione del dispositivo e comunque non oltre il 31 dicembre 2024. La copia della documentazione che attesta l’acquisto (ordine di acquisto indicante il numero di kit ordinati, marca e modello) deve essere conservata a bordo del veicolo. Quali sono i dispositivi di segnalazione degli angoli ciechi consigliati? I sistemi di monitoraggio degli angoli ciechi (Blind Spot Information System, BSIS) sono sistemi che informano il conducente, in maniera tempestiva tramite un segnale ottico e/o acustico e/o tattile, della prossimità di biciclette che potrebbero essere messe in pericolo durante una manovra di svolta, in modo che sia possibile arrestare il veicolo prima che questo incroci la traiettoria della bicicletta. I principali tipi di sistemi di rilevamento degli angoli ciechi sono sviluppati secondo tre tecnologie: sistemi basati su sensori a ultrasuoni utilizzati per rilevare oggetti o veicoli all'interno della zona cieca; sistemi basati su telecamere per fornire feed visivi in tempo reale di qualsiasi oggetto che potrebbe trovarsi nella zona cieca eventualmente dotati di intelligenza artificiale per migliorare la precisione del riconoscimento degli oggetti; sistemi basati su sensori radar per rilevare la distanza e la velocità tra oggetti o veicoli in movimento all'interno della zona cieca. Per poter circolare nella ZTL Area B le apparecchiature devono essere installate almeno in prossimità della parte anteriore del veicolo e sul lato destro dello stesso. Questa indicazione è formulata per essere applicata ai veicoli sviluppati per la circolazione a destra. Nel caso dei veicoli sviluppati per la circolazione a sinistra, l’indicazione deve essere applicata invertendo il criterio indicato. Si raccomanda l’installazione dei sistemi in oggetto, oltre che in prossimità della parte anteriore del veicolo, su entrambi i lati dello stesso al fine di consentire al conducente di avere dalla cabina una visibilità più chiara e precisa di tutto ciò che lo circonda. È necessario un documento per dimostrare installazione dei sistemi di rilevamento degli angoli ciechi? Si per comunicare al Comune di Milano l’adeguamento dei veicoli è necessario richiedere all’installatore di rilasciare una dichiarazione datata e timbrata con l’indicazione della marca e del modello di sensori di utilizzati, del numero di targa e di telaio del veicolo sul quale sono installati. Come si comunica al Comune di Milano l’adeguamento dei veicoli? La comunicazione avviene esclusivamente online sul sito di area B (https://areab.atm.it). Dal 25/09/2023 sarà disponibile il servizio. I documenti da caricare, in formato PDF, sono: la copia fronte e retro del libretto di circolazione; la dichiarazione dell’installatore datata e timbrata con l’indicazione della marca e del modello di sensori di utilizzati, del numero di targa e di telaio del veicolo sul quale sono installati. Nel caso in cui il sistema non sia ancora stato installato, è necessario caricare: la copia fronte e retro del libretto di circolazione; la copia dell’ordine di acquisto indicante il numero di kit ordinati, marca e modello. Quando è attivo il divieto di accesso e circolazione dinamica per i veicoli privi dei sistemi di rilevamento degli angoli ciechi? Il divieto nella ZTL “Area B” è attivo dalle ore 07.30 alle ore 19.30, nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. È necessario comunicare al Comune l'adeguamento dei veicoli? La comunicazione dell’adeguamento dei veicoli, in questa prima fase, non è obbligatoria ma è raccomandata. Successivamente diventerà obbligatoria e quindi condizione necessaria per poter circolare nella ZTL Area B. Spero come sempre di averti fornito una panoramica completa circa l’argomento trattato, ti ricordo che per qualsiasi informazione io e lo staff di TQSA rimaniamo a disposizione. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

  • Ondate di calore sul lavoro: effetti sulla salute

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Come ben sai ogni anno in Italia, questo periodo dell’anno è caratterizzato dall’inizio dell’estate e con l’arrivo di questa stagione le temperature iniziano ad alzarsi, risultando un vero e proprio grattacapo per chi lavora all’aperto. Oggi in collaborazione con il nostro studio medico che ci ha fornito il materiale della regione Lombardia vi presentiamo un articolo che vi spiegherà di quali accortezze bisogna avere nei casi in cui vi siano dei malesseri dovuti all’eccessivo calore. Scopriamolo insieme! Ondate di calore ed effetti sulla salute Durante le ondate di calore sono documentati effetti sulla salute (aumenti della mortalità, dei ricoveri ospedalieri, degli accessi al pronto soccorso), soprattutto in sottogruppi di popolazione più vulnerabili (anziani, soggetti con patologie croniche, bambini, donne in gravidanza, lavoratori all’aperto). L’eccesso di calore può rivelarsi fatale quando esistono condizioni patologiche croniche che ostacolano i meccanismi compensativi della termoregolazione. Le patologie associate alle alte temperature ambientali possono essere: colpo di sole (rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre, cefalea) - all’effetto dell’eccessiva esposizione ai raggi solari si aggiungono gli effetti del surriscaldamento e della disidratazione; crampi da calore (spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, sudorazione); esaurimento da calore (abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale); colpo di calore (temperatura corporea superiore a 40 °C, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, stato confusionale, deliri o convulsioni, possibile perdita di coscienza). Anche gli infortuni sul lavoro possono essere correlati alle ondate di calore. Le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni. Durante le ondate di calore i tipi di infortunio e le modalità di infortunio più frequenti sono: incidenti di trasporto, scivolamenti e cadute, contatto con oggetti o attrezzature, ferite, lacerazioni e amputazioni. Cosa fare in caso di colpo di calore del lavoratore? Chiamare subito l’Addetto al Primo Soccorso e il 118. Assistere il lavoratore fino all’arrivo dei soccorsi: posizionarlo all’ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendolo in assoluto riposo; slacciare o togliere gli abiti; misurare la temperatura corporea; cercare di raffreddare rapidamente il corpo, se è possibile, avvolgendolo in un lenzuolo bagnato e ventilandolo o, in alternativa, raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca non fredda, in particolare su fronte, nuca ed estremità, ventilando e spruzzando acqua sul corpo. Stress termico e lavoro Lo stress termico si verifica quando il sistema di termoregolazione dell’organismo fallisce. La temperatura dell’aria, il ritmo di lavoro intenso, la ventilazione, l’umidità, gli indumenti da lavoro, sono tutti fattori che possono concorrere allo stress termico. Inoltre, l’esposizione simultanea agli inquinanti atmosferici urbani, in particolare all’ozono, potenzia gli effetti delle alte temperature. Nel luogo di lavoro il rischio di stress termico potrebbe non essere evidente. Il corpo reagisce al caldo aumentando il flusso sanguigno cutaneo e attraverso la sudorazione. L’aumento del flusso sanguigno e l’evaporazione cutanea permettono al corpo di raffreddarsi. Lo stress termico nei luoghi di lavoro. Un lavoratore che indossa indumenti da lavoro protettivi ed esegue lavori pesanti in condizioni di caldo e umidità è a rischio di stress termico in quanto: l’evaporazione del sudore è ostacolata dal tipo di indumenti e dall’umidità dell’ambiente; il ritmo di lavoro provoca un aumento della temperatura corporea che continuerà a salire se la dispersione di calore è insufficiente; all’aumento della temperatura corporea il corpo reagisce con un incremento della sudorazione e con l’eventuale rischio di disidratazione; l’aumento della frequenza cardiaca sottopone il fisico a ulteriore stress; se il corpo assorbe più calore di quanto non riesca a espellere allora la temperatura corporea continuerà ad aumentare arrivando ad un punto in cui il meccanismo di termoregolazione corporea diventa meno efficacie; l’effetto può tradursi in una minore capacità di rispondere agli stimoli e ai pericoli imprevisti e in un aumento della disattenzione e della deconcentrazione. Fattori di rischio Fattori individuali che aumentano il rischio di effetti negativi sulla salute: obesità / eccessiva magrezza; età (˃ 65 anni) e sesso (˃ per le donne); presenza di patologie croniche (BPCO, diabete, cardiopatie, malattie neurologiche); assunzione di alcolici; assunzione di alcuni farmaci; gravidanza; alterazione dei meccanismi fisiologici di termoregolazione; scarso riposo notturno. Fattori correlati con il luogo di lavoro che aumentano il rischio di eventi avversi: lavoro con esposizione diretta al sole; scarso consumo di liquidi/impossibilità di procurarsi da bere; lavoro fisico pesante; ritmo di lavoro intenso; pause di recupero insufficienti; abbigliamento protettivo pesante o equipaggiamento ingombrante. Lavoratori a rischio Molte attività lavorative si svolgono all’aperto e spesso lavorazioni complesse e pesanti sono programmate d’estate. Gli orari di lavoro spesso comprendono le ore più calde della giornata a elevato rischio di stress termico (14:00 - 17:00) e molte categorie di lavoratori non possono contare su sistemi di condizionamento dell’aria per lo svolgimento del lavoro. I settori più esposti sono: agricoltura, silvicoltura e pesca; costruzioni; elettricità, gas e acqua; industrie all’aperto; trasporti. Categorie più a rischio sono: operai addetti a trasporto e produzione di materiali, addetti a macchinari e utensili, occupati all’aperto (manovratori, installatori, asfaltatori, cantonieri stradali, cavatori, edili, agricoltori, addetti alla pesca). Rischi dovuti alle radiazioni solari I lavoratori all’aperto ricevono circa 3 volte la dose di radiazioni UV dei lavoratori indoor. Anche quando il cielo è nuvoloso vi è esposizione alla radiazione solare UV; infatti, le nuvole non sono in grado di bloccare il passaggio dei raggi ultravioletti. Le protezioni individuali sono necessarie per ridurre l’esposizione, in particolare nei casi in cui non sia possibile lavorare sotto ripari o schermi. Ad esempio, gli agricoltori che indossano il cappello possono avere sulla fronte una dose di radiazioni 6 volte minore, sul naso 3 volte minore e sulle guance 2 volte minore. COME PROTEGGERE I LAVORATORI Indicazioni per il lavoratore Prevenire la disidratazione (avere acqua fresca a disposizione e bere regolarmente, a prescindere dallo stimolo della sete; durante una moderata attività in condizioni moderatamente calde bere circa 1 bicchiere ogni 15 - 20 minuti). Indossare abiti leggeri di cotone, traspiranti, di colore chiaro, comodi, adoperando un copricapo (non lavorare a pelle nuda). Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca. Informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza. Lavorare nelle zone meno esposte al sole. Ridurre il ritmo di lavoro anche attraverso l’utilizzo di ausili meccanici. Fare interruzioni e riposarsi in luoghi freschi. Evitare di lavorare da soli. Per i lavoratori più suscettibili allo stress termico potrebbe essere necessario il consiglio di uno specialista in medicina del lavoro. Indicazioni per il datore di lavoro Consultare il bollettino di previsione e allarme per la propria città (sito di riferimento: www.salute.gov/caldo). Nei giorni a elevato rischio ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde (dalle 14.00 alle 17:00) e programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata. Garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro. Inserire un programma di acclimatamento graduale e prevedere un programma di turnazione per limitare l’esposizione dei lavoratori. Aumentare la frequenza delle pause di recupero, invitare i lavoratori a rispettarle. Ove possibile mettere a disposizione dei lavoratori luoghi climatizzati in cui trascorrere le pause di interruzione del lavoro. Mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) e indumenti protettivi. Prima dell’estate informare e formare i lavoratori sui rischi correlati al caldo. Promuovere un reciproco controllo tra lavoratori. Spero come sempre di averti fornito una panoramica completa circa l’argomento trattato, ti ricordo che per qualsiasi informazione io e lo staff di TQSA rimaniamo a disposizione. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

  • Diisocianati: cosa dice la normativa sui nuovi corsi di formazione?

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Oggi ti scrivo per ricordarti una data importante ovvero quella del 24 agosto 2023. Cosa accadrà tra poco più di 60 giorni? A partire da tale data gli utilizzatori professionali e industriali di materiali con concentrazione di diisocianati superiore allo 0.1% dovranno seguire appositi corsi di formazione e possedere un attestato per l’utilizzo sicuro del prodotto. Vediamo meglio in questo articolo cosa sono, in che campo vengono utilizzati e gli argomenti che vengono trattati nel corso. Cosa sono i diisocianati? I diisocianati sono un gruppo molto ampio di composti chimici caratterizzati dalla presenza di due unità di cianati ed un’unità di idrocarburi alifatici o aromatici; essi sono classificati in modo armonizzato come sensibilizzanti delle vie respiratorie di categoria 1 e come sensibilizzanti della pelle di categoria 1 e sono presenti in particolare in schiume, sigillanti e rivestimenti. Quali sono i prodotti con i diisocianati? I prodotti che possono contenere diisocianati sono moltissimi, in particolare: schiume poliuretaniche (ma in molte la percentuale è sotto lo 0,1%); colle poliuretaniche catalizzatori di molte vernici bicomponenti, non solo per le poliuretaniche ma a volte anche per le vernici all’acqua; resine bicomponenti, adesivi, sigillanti, isolanti, vernici a base poliuretanica. Quali sono le mansioni coinvolte? Soggetti ai nuovi obblighi di qualificazione professionale risultano essere tutti gli “utilizzatori industriali e professionali” dei prodotti inclusi, ovvero non solo i lavoratori dipendenti ma anche i lavoratori autonomi (es. artigiani), e coloro che pur non direttamente addetti alle lavorazioni con diisocianati sono incaricati della supervisione di tali attività. Sono molto vasti gli ambiti applicativi, di conseguenza possono spaziare dalle carrozzerie a molte lavorazioni dell’edilizia e affini (impiantisti, serramentisti, carpenteria tetto, cappottista, imbianchini), alla produzione di mobili, produttori di materie plastiche o componentistica per l’automotive. Cosa fare se si utilizzano prodotti con i diisocianati? Il primo passo da fare e controllare le schede di sicurezza dove deve essere presente sia la presenza o assenza di diisocianati ma anche la percentuale del componente. Se la presenza dei diisocianati è superiore alla percentuale del 0,1%, si può cercare di sostituire il prodotto con uno con percentuale inferiore e nel caso non fosse attuabile questa scelta attenersi alla normativa, necessario così un rigoroso percorso di valutazione dei rischi, formazione e addestramento specifici, sorveglianza sanitaria con individuazione dei soggetti vulnerabili. Cosa dice la nuova normativa dei diisocianati? Nell’allegato XVII si capisce che la normativa dei diisocianati verte su due punti principali: Una dichiarazione obbligatoria inclusa sull’etichetta, a partire dal 24 febbraio 2022 è permesso il collocamento sul mercato dei prodotti contenenti più del 0,1% di diisocianati, ma si deve includere una dichiarazione relativa alla formazione, apposta sull’imballaggio o sull’ etichetta del prodotto: “A partire dal 24 agosto 2023 è necessaria un’adeguata formazione prima dell’uso industriale o professionale”. È responsabilità dei fornitori garantire che sull’etichetta questa dicitura sia visivamente palese e distinta dal resto delle informazioni. Formazione obbligatoria per professionisti e aziende, i diisocianati possono essere utilizzati come sostanze in purezza o in miscele contenenti una concentrazione maggiore o uguale allo 0,1% in peso, a condizione che l’utilizzatore abbia svolto anticipatamente e correttamente un corso di formazione sull’uso sicuro dei diisocianati. Questo corso sulla sicurezza fa sì che ogni lavoratore che maneggia i diisocianati abbia le conoscenze adeguate dei pericoli e rischi legati al loro utilizzo, non solo un’esperienza appropriata del loro impiego, soprattutto una preparazione alla prevenzione e gestione dei danni. Questo corso obbligatorio deve essere svolto di persona oppure online da tutti i professionisti e dalle aziende che fanno uso di prodotti contenenti una concentrazione totale o monometrica dei diisocianati superiore allo 0.1%. Al completamento della formazione verrà rilasciato ai partecipanti un certificato valido per cinque anni. Cosa prevede il corso? Per gli utilizzatori dei prodotti etichettati contenenti una concentrazione maggiore o uguale allo 0,1% è obbligatorio eseguire un corso di formazione quinquennale, da completare con esito positivo entro il 24 agosto 2023, che prevede un modulo generale e eventuali moduli intermedio ed avanzato per alcuni specifici utilizzi, col seguente schema: Training base per tutti gli usi industriali e professionali; deve comprendere almeno i seguenti argomenti: chimica dei diisocianati; pericoli di tossicità (compresa tossicità acuta); esposizione ai diisocianati; valori limite di esposizione professionale; modalità di sviluppo della sensibilizzazione; odore come segnale di pericolo; importanza della volatilità per il rischio; viscosità, temperatura e peso molecolare dei diisocianati; igiene personale; attrezzature di protezione individuale necessarie, comprese le istruzioni pratiche per il loro uso corretto e le loro limitazioni; rischio di esposizione per contatto cutaneo e per inalazione; rischio connesso al processo di applicazione utilizzato; sistema di protezione della pelle e delle vie respiratorie; ventilazione; pulizia, fuoriuscite, manutenzione; smaltimento di imballaggi vuoti; protezione degli astanti; individuazione delle fasi critiche di manipolazione; sistemi di codici nazionali specifici (se pertinente); sicurezza basata sui comportamenti (behaviour-based) Training intermedio per i seguenti usi: — manipolazione di miscele all’aperto a temperatura ambiente (compresi tunnel per la produzione di schiuma); — applicazione a spruzzo in cabina ventilata; — applicazione con rullo; — applicazione con pennello; — applicazione per immersione o colata; — trattamento meccanico successivo (ad esempio taglio) di articoli non completamente stagionati che non sono più caldi; — pulitura e rifiuti; — qualsiasi altro uso con un’esposizione simile per via cutanea e/o per inalazione; deve comprendere almeno i seguenti argomenti: tutti quelli del training base ulteriori aspetti basati sui comportamenti (behaviour-based); manutenzione; gestione dei cambiamenti; valutazione delle istruzioni di sicurezza esistenti; rischio connesso al processo di applicazione utilizzato Training avanzato per i seguenti usi: — manipolazione di articoli non completamente reagiti (ad esempio, appena reagiti, ancora caldi); — applicazioni per fonderie; — manutenzione e riparazioni per le quali è necessario accedere alle attrezzature; — manipolazione all’aperto di formulazioni calde o bollenti (> 45 °C); — applicazione a spruzzo all’aperto, con ventilazione limitata o esclusivamente naturale (anche in grandi capannoni industriali) e applicazione a spruzzo ad alta pressione (ad esempio schiume, elastomeri); — qualsiasi altro uso con un’esposizione simile per via cutanea e/o per inalazione; deve comprendere almeno i seguenti argomenti: tutti quelli del training base tutti quelli del training intermedio eventuali certificazioni ulteriori necessarie per gli usi specifici previsti; applicazione a spruzzo al di fuori dell’apposita cabina; manipolazione all’aperto di formulazioni calde o bollenti (> 45 °C) Spero come sempre di essere stato il più esaustivo possibile, ti invito a controllare che i prodotti che utilizzi siano conformi. Nel caso in cui tu o i tuoi dipendenti dobbiate eseguire il corso non esitate a contattarci, saremo lieti di fornirvi la formazione specifica al vostro tipo di mansione. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

  • Le Modifiche al D. Lgs. 81/08

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. In seguito al Decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48 (Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro di cui al Capo II – interventi urgenti in materia di rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni, nonché di aggiornamento del sistema di controlli ispettivi) il D. Lgs. 81/08 Testo Unico Sicurezza sul Lavoro viene aggiornato. Proseguendo con la lettura potrai trovare gli articoli estratti dalla Gazzetta Ufficiale con un’interpretazione di quelli che sono i cambiamenti entrati in vigore il 5 maggio 2023. ARTICOLO: all'articolo 18, comma 1, lettera a), le parole: «presente decreto legislativo.» sono sostituite dalle seguenti: «presente decreto legislativo e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui all'articolo 28;» SPIEGAZIONE: La novità introdotta dal Decreto Lavoro prevede che il datore di lavoro debba nominarlo “per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui all’articolo 28”. L’art. 41 dell’81/2008 prevede che il datore di lavoro ha l’obbligo di nominare il medico competente sulla base dei casi previsti dalla normativa vigente, dalle direttive europee nonché dalle indicazioni fornite dalla Commissione consultiva di cui all'articolo 6 della stessa 81/2008. D’altro canto, il Decreto-lavoro introduce la possibilità che tale nomina avvenga anche a seguito della valutazione dei rischi. Sicuramente questa rappresenta un’importante novità, perché consente di poter estendere l’obbligo di sorveglianza sanitaria non solo sulla base dell’81/2008, ma anche a quei casi in cui la valutazione dei rischi ne metta in evidenza la necessità. ARTICOLO: all'articolo 25, comma 1 1) dopo la lettera e) è inserita la seguente: «e-bis) in occasione delle visite di assunzione, richiede al lavoratore la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro e tiene conto del suo contenuto ai fini della formulazione del giudizio di idoneità;»; SPIEGAZIONE: Il medico competente dovrà ottenere la cartella sanitaria dal lavoratore (rilasciata dal medico competente del pregresso datore di lavoro) in occasione della visita pre-assuntiva nell’azienda futura. Tale cartella, se il lavoratore ha avuto precedenti attività lavorative, assume quindi un ruolo essenziale per il giudizio di idoneità, ed il medico competente non potrà esprimerlo in assenza di tale documento. ARTICOLO: 2) dopo la lettera n) è aggiunta la seguente: «n-bis) in caso di impedimento per gravi e motivate ragioni, comunica per iscritto al datore di lavoro il nominativo di un sostituto, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 38, per l'adempimento degli obblighi di legge durante il relativo intervallo temporale specificato.»; SPIEGAZIONE: In caso di impedimento del medico competente a svolgere temporaneamente la sua attività, per qualsivoglia motivazione, sarà proprio il medico competente ad indicare il proprio sostituto al datore di lavoro. Novità consistente, che semplifica di molto la fattispecie, dal momento che la norma previgente prevedeva che in tali situazioni il medico competente potesse farsi sostituire da altri colleghi in possesso dei requisiti di cui all’articolo 38, ma solo in seguito alla nomina del datore di lavoro. ARTICOLO: d) all'articolo 37, comma 2, dopo la lettera b) è aggiunta la seguente: «b-bis) il monitoraggio dell'applicazione degli accordi in materia di formazione, nonché il controllo sulle attività formative e sul rispetto della normativa di riferimento, sia da parte dei soggetti che erogano la formazione, sia da parte dei soggetti destinatari della stessa.»; SPIEGAZIONE: Al datore di lavoro spetta il monitoraggio della formazione (contenuti, verifica finale e verifiche di efficacia della formazione), sulle attività formative ed il suo rispetto da parte degli enti formatori e dei discenti. ARTICOLO: e) all'articolo 71, il comma 12 è sostituito dal seguente: «12. I soggetti privati abilitati acquistano la qualifica di incaricati di pubblico servizio e rispondono direttamente alla struttura pubblica titolare della funzione di vigilanza nei luoghi di lavoro territorialmente competente.»; SPIEGAZIONE: ASL e INAIL potranno avvalersi di soggetti privati abilitati alla funzione di vigilanza e risponderanno direttamente alla struttura pubblica che li ha incaricati. ARTICOLO: f) all'articolo 72, comma 2, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Deve altresì acquisire e conservare agli atti, per tutta la durata del noleggio o della concessione dell'attrezzatura, una dichiarazione auto certificativa del soggetto che prende a noleggio, o in concessione in uso, o del datore di lavoro, che attesti l'avvenuta formazione e addestramento specifico, effettuati conformemente alle disposizioni del presente Titolo, dei soggetti individuati per l'utilizzo.»; SPIEGAZIONE: Per quanto riguarda il noleggio e la concessione di attrezzature la dichiarazione obbligatoria da effettuare non è più solo a carico del datore di lavoro ma anche del semplice soggetto che prenda a noleggio; quest’ultimo deve sempre attestare l’avvenuta formazione e l’addestramento specifico dei soggetti che andranno a utilizzare le suddette attrezzature. ARTICOLO: all'articolo 73, dopo il comma 4, è aggiunto il seguente: «4-bis. Il datore di lavoro che fa uso delle attrezzature che richiedono conoscenze particolari di cui all'articolo 71, comma 7, provvede alla propria formazione e al proprio addestramento specifico al fine di garantire l'utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro.»; SPIEGAZIONE: Vi è dunque l’obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza: ricordiamo che il comma 4 dell’articolo 71 prevede tale obbligo per i lavoratori incaricati all’uso di tali attrezzature, con Il nuovo comma 4-bis viene imposto il medesimo obbligo di formazione e addestramento specifico al datore di lavoro che utilizza egli stesso le attrezzature. ALTRE NOVITA’: Articolo 15 del DL n. 48/2023 prevede Condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva, viene inoltre istituito il Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e interventi di revisione dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Spero come sempre di averti fornito una panoramica completa circa l’argomento trattato, ti ricordo che per qualsiasi informazione io e lo staff di TQSA rimaniamo a disposizione. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

  • Normativa emissioni in atmosfera

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Il 28 agosto 2020 è entrato in vigore il decreto Legislativo n. 102/2020, che ha apportato diverse modifiche inerenti i provvedimenti ordinari sulla questione emissioni, in particolare AUA e AIA, con oneri ricadenti sulle imprese che emettono sostanze inquinanti in atmosfera. Il fine principale è quello di sostituire le sostanze pericolose che vengono emesse nell’aria, ed effettuare una comunicazione chiara e precisa con le autorità competenti. Ne parliamo meglio in seguito. Quali sono le sostanze inquinanti di cui parla la normativa? Tra le minacce troviamo diverse sostanze, in particolare: cancerogene o tossiche per la riproduzione o mutagene (H340, H350, H360); di tossicità e cumulabilità particolarmente elevata; estremamente preoccupanti dal regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006. Qual è lo scopo della normativa? In sintesi, la norma prescrive che le aziende esistenti al 23/08/2020, operino per la sostituzione delle sostanze sopra-descritte non appena possibile, definendo le vie di autorizzazione e comunicazione con le autorità, come di seguito riportato: Data fondamentale è il 28/08/2023, limite massimo entro cui rispettare queste norme, se non si vuole rischiare in gravi penali e chiusure. Il D.Lgs. 102/2020 specifica che tali sostanze “devono essere sostituite non appena tecnicamente ed economicamente possibile nei cicli produttivi” e, tra gli altri obblighi, viene introdotta inoltre la verifica delle sostanze ogni cinque anni a decorrere dalla data di rilascio o rinnovo dell’autorizzazione AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) o AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), attraverso l’invio di una relazione all’autorità competente in cui si analizza la disponibilità di alternative, se ne considerano i rischi e si esamina la fattibilità tecnica ed economica della sostituzione delle predette sostanze. Occorre fare una distinzione tra aziende già esistenti al 28 Agosto 2020 e successive, in quanto la normativa prevede regole leggermente diverse. Aziende esistenti al 28/08/2020 Le aziende esistenti al 28/08/2020 che utilizzano sostanze o altri materiali inquinanti estremamente preoccupanti nel ciclo produttivo, e che non siano riuscite a sostituirle, devono presentare entro il 28/08/2023 una domanda di autorizzazione ai sensi dell’art. 269 del D.Lgs. 152/06 (AUA). Aziende nate dopo il 23/08/2020 Per le nuove domande presentate dopo il 28/08/2020, comprese le modifiche ed i rinnovi, vige l’obbligo di: divieto di utilizzo di sostanze e/o miscele classificate come cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene e quelle classificate come estremamente preoccupanti dal Regolamento (CE) n.1907/2006 REACH. in caso di riclassificazione delle sostanze e/o miscele, entro 3 anni si dovrà presentare Domanda Ordinaria (art.269) oppure comunicare la sostituzione della sostanza/miscela con una alternativa non classificata come cancerogena, tossica per la riproduzione o mutagena e/o estremamente preoccupante dal Regolamento (CE) n.1907/2006 REACH. Quali sono le sanzioni se non viene rispettata? Si tratta di un decreto molto rigido, a cui vanno adempiuti oneri e tempistiche, perché si andrebbe in contro a diversi rischi, tra cui: Violazioni penali: per mancate domande entro il 28/08/2023 della domanda di autorizzazione; Violazioni amministrative per mancata domanda per uso di sostanze riclassificate, entro 3 anni. Diviene molto importante dunque rispettare tale normativa, per non incorrere in penali ben più gravi con il passare del tempo, e peggiorare una situazione ambientale sempre più delicata. Non sai da dove iniziare per rispettare la normativa? Ti aiutiamo noi! Manca molto poco prima della scadenza! Innanzitutto, occorre conoscere nel minimo dettaglio tutte le sostanze e i materiali utilizzati nel proprio processo produttivo, così da avere una chiara classificazione su cosa operare. Dopo di che, serve sapere quali delle seguenti sostanze, rispecchiano un pericolo per l'ambiente e quali necessitano di essere sostituite, tramite domanda all’autorità competenti. Una volta chiariti i rischi e i diversi elementi, occorre predisporre la domanda di AUA da mandare entro il 28/08/2023. Il nostro team può aiutarti! Come? Svolgendo tutte queste fasi, nel minimo dettaglio senza scrupoli, e senza stravolgere il tuo processo produttivo. A partire dall’analisi e classificazione delle sostanze utilizzate, la loro relazione fino alla compilazione della domanda da mandare entro il 28 Agosto 2023. Grazie a TQSA potrai regolarti, rispettare l'ambiente e continuare il tuo ciclo produttivo! Contattaci

  • RSPP interno o esterno: perché un professionista esterno è la scelta migliore per la tua azienda?

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. In qualità di proprietari o manager di un'azienda, è essenziale garantire che la vostra società sia conforme a tutte le normative in materia di salute e sicurezza. Un modo per raggiungere questo obiettivo è quello di avere un Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi. (RSPP). Un RSPP è un professionista formato che ha la responsabilità di garantire che l'azienda aderisca a tutte le norme di sicurezza e salute pertinenti. Per quanto riguarda l'RSPP, ogni azienda ha due opzioni tra cui scegliere: avere un RSPP interno alla propria realtà aziendale assumere un RSPP esterno. In questo articolo verranno analizzati i ruoli di entrambe le figure, approfondendo le differenze principali e i vantaggi e gli svantaggi. Quali sono i ruoli di un RSPP? L'RSPP interno è un professionista interno oppure esterno alla realtà aziendale il cui ruolo è quello di supervisionare e gestire tutti gli aspetti della normativa in materia di salute e sicurezza. L'RSPP è responsabile della creazione di politiche di sicurezza, della valutazione dei rischi e della formazione di tutti i dipendenti sulle procedure di sicurezza. Quando parliamo di RSPP è opportuno citare anche la responsabilità penale e civile. Per quanto riguarda la prima, il Decreto legislativo 81/2008 non prevede alcuna sanzione in ambito penale per la figura dell’RSPP. Tuttavia sono presenti alcune sentenze della Cassazione le quali stabiliscono l’attribuzione della responsabilità penale ad esempio in casi di infortunio sul lavoro. Per quanto riguarda invece la seconda, l’RSPP ha responsabilità civili quindi è tenuto a risarcimenti per eventuali danni dovuti a una sua consulenza. Ricordiamo che questo vale sia per RSPP interni che esterni. In particolare, la responsabilità civile può essere: extracontrattuale: quando l’RSPP non rispetta uno dei compiti assegnati (vedi articolo 33 del D.Lgs. 81/08) provocando dei danni, allora l’RSPP dovrà risarcire di tasca propria, contrattuale: si verifica quando l’RSPP non rispetta gli obblighi che ha accettato di assumersi nel contratto e quindi deve risarcire. In generale, questa figura è responsabile della salute e della sicurezza dei lavoratori quindi se viene meno al suo dovere creando dei danni ne risponde personalmente. I rischi giuridici di questa figura esterna sono gli stessi di un RSPP interno. Ora vedremo nel dettaglio i pro e i contro di un collaboratore interno vs esterno. Pro e contro dell'avere un RSPP interno in azienda Pro Avere un RSPP interno ha alcuni pro, tra cui: Migliore comprensione delle operazioni della vostra azienda Un RSPP interno conosce meglio le attività, la cultura e i dipendenti della vostra azienda. Ciò significa che può adattare le politiche di sicurezza e la formazione alle esigenze specifiche dell'azienda, ottenendo risultati migliori in termini di sicurezza. Presenza in loco Un RSPP interno è presente in loco, il che rende più facile valutare i rischi per la sicurezza e affrontare i problemi di sicurezza in tempo reale. Questo può aiutare a prevenire incidenti e infortuni, rendendo l'ambiente di lavoro più sicuro. Contro Tuttavia, ci sono diversi svantaggi che dovresti considerare tra cui: Costoso Assumere un RSPP interno può essere costoso, soprattutto se si tratta di una piccola impresa. Il costo dell'assunzione di un professionista che ricopra questo ruolo può essere un investimento significativo essendo una persona fissa del team e potrebbe non essere fattibile per tutte le aziende. Competenza limitata Un RSPP interno potrebbe non avere lo stesso livello di competenza o di esperienza di un RSPP esterno, soprattutto se è nuovo o se è una figura junior. Ciò può comportare lacune nelle politiche e nelle procedure di sicurezza, con conseguenti violazioni della sicurezza e incidenti. Mancanza di obiettività Un RSPP interno può non avere lo stesso livello di obiettività di un RSPP esterno quando si tratta di valutare i rischi per la sicurezza. Ciò può comportare una valutazione distorta dei rischi per la sicurezza, che può portare a un falso senso di sicurezza, mettendo così a rischio la tua struttura. Assumersi la responsabilità di internalizzare l’aspetto della sicurezza è sicuramente rischioso e i contro non sono da sottovalutare. Ora vediamo quindi nel dettaglio perché è meglio avere un RSPP esterno ovvero collaborare con un professionista. Pro e contro di un RSPP esterno all'azienda Pro Assumere un RSPP esterno alla propria azienda può portare diversi vantaggi, tra cui: Prospettive e competenze nuove Un RSPP esterno apporta alla vostra azienda una prospettiva e una competenza nuove. Ha esperienza di lavoro con più aziende e settori, il che significa che può fornire una valutazione più completa dei rischi per la sicurezza. Aggiornamento sulle più recenti normative e best practice in materia di sicurezza. È più probabile che un RSPP esterno sia aggiornato sulle ultime normative e best practice in materia di sicurezza. Ciò significa che può contribuire a garantire che la vostra azienda sia conforme a tutte le normative di sicurezza pertinenti. Valutazione oggettiva dei rischi per la sicurezza Un RSPP esterno può fornire una valutazione oggettiva dei rischi per la sicurezza. Ciò significa che potete essere certi che la valutazione è imparziale e non influenzata da fattori interni. Contro Tuttavia, c'è anche uno svantaggio nel rivolgersi a un RSPP esterno all'azienda, tra cui: Costoso Assumere un RSPP esterno può essere costoso, soprattutto se si richiede un'assistenza continua e se il professionista ha anni di esperienza. Bisogna ovviamente metter sul piano della bilancia le priorità aziendali e la sicurezza non può essere sicuramente al secondo posto. A fronte di un piccolo investimento si hanno diversi vantaggi e la differenza è sostanziale. Noi di TQSA siamo vicini al cliente e il costo del nostro servizio è un investimento fattibile. Come determinare l'RSPP più adatto alla propria azienda Per determinare l'RSPP più adatto alla vostra azienda, dovete considerare i fattori sopra menzionati. Dovete anche valutare le qualifiche, l'esperienza e la conoscenza di un RSPP: tutti fattori che spesso si fa fatica a trovare in una figura interna nell’azienda. È inoltre essenziale assicurarsi che l'RSPP scelto abbia una conoscenza completa di tutte le normative di sicurezza e delle migliori pratiche. Ciò contribuirà a garantire che la vostra azienda sia conforme a tutte le norme di sicurezza pertinenti e che i vostri dipendenti siano al sicuro. In definitiva, la scelta dell'RSPP più adatto alla vostra azienda dipenderà dalle vostre esigenze specifiche, dal vostro budget e dal livello di competenza ed esperienza richiesto per il ruolo. Conclusioni e riflessioni finali In conclusione, disporre di un RSPP è essenziale per garantire che la vostra azienda sia conforme a tutte le normative di sicurezza pertinenti. Nella scelta tra un RSPP interno o esterno, è necessario considerare diversi fattori, tra cui il costo, la competenza, la disponibilità e l'obiettività. Un RSPP interno può essere più conveniente e avere una migliore comprensione delle operazioni, della cultura e dei dipendenti della vostra azienda. Tuttavia, un RSPP esterno apporta alla vostra azienda una prospettiva e una competenza nuove e può fornire una valutazione obiettiva dei rischi per la sicurezza. Noi di TQSA che lavoriamo da anni in questo settore, sappiamo quanto i temi della sicurezza siano delicati, dettagliati e rischiosi se non si conoscono. Per questo motivo il consiglio che ti possiamo dare oggi è assumere un professionista che lavora attivamente in questo campo, proprio come noi. Leggendo l’articolo avrai compreso quali sono i vantaggi di questa opzione e quindi potrai comprendere quale sia la scelta migliore per te. Affidati a noi per la sicurezza della tua azienda.

  • Sospensione dell'attività imprenditoriale: focus sulle microimprese

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Il lavoro in nero può causare la sospensione dell’attività di una microimpresa. Ciò è chiarito dall’ Ispettorato nazionale del lavoro (vedi nota n. 162 del 2023). Come ben saprai, le morti sul lavoro continuano ad aumentare e ciò non si limita ad un solo ambito. Si è provato a diminuire questo numero grazie ad alcune misure contenute nel D.L. n. 146/2021 (conv. in Legge n. 215/2021). Il provvedimento è intervenuto in primo luogo con importanti modifiche al D.Lgs. n. 81/2008 (TUSL), ma anche con significativi investimenti in risorse umane e strumentali. Nei prossimi paragrafi, analizzeremo nel dettaglio un’importante novità del decreto fiscale: la revisione del provvedimento interdittivo di sospensione dell’attività imprenditoriale. Finalità del provvedimento e presupposti per l’adozione Il provvedimento attuale ha un unico obiettivo: con la sospensione dell’attività si vuole garantire una più efficace azione di prevenzione della salute e sicurezza dei lavoratori. L’integrità psico-fisica può essere garantita soltanto a condizione che, alla base, vi sia un’assunzione regolare. Chi può adottare il provvedimento? il personale delle Aziende sanitarie locali, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, il personale ispettivo dell’INL, Ma quali sono i presupposti per il provvedimento di sospensione? impiego di personale in misura pari o superiore al 10% dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro occupati, al momento dell’accesso ispettivo, senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro ovvero inquadrati come lavoratori autonomi occasionali in assenza delle condizioni richieste dalla normativa; gravi violazioni della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro individuate dall’Allegato I del medesimo TUSL. Gravi violazioni prevenzionistiche La legge prevede che il provvedimento venga adottato quando si verifica una delle 13 violazioni elencate di seguito: Decorrenza e inosservanza del provvedimento L’interdizione può ricorrere dalle ore dodici del giorno lavorativo successivo con effetto immediato. Il decreto prevedere una sanzione indiretta ovvero durante la sospensione, è vietato contrattare con la pubblica amministrazione. Il datore di lavoro che non ottempera al provvedimento interdittivo è punito: con l'arresto (fino a sei mesi) per violazioni inerenti alla salute e sicurezza sul lavoro; con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per sospensione lavoro irregolare. Ricorso avverso il provvedimento di sospensione Il ricorso è valevole entro 30 gg all’Ispettorato interregionale del lavoro, che può impiegare fino a 30 gg. Tuttavia, ricordiamo che la novità dell’art.14 non illustra, invece, quale sia l’organo amministrativo intitolato a ricevere gli eventuali ricorsi avverso i provvedimenti di sospensione adottati in presenza delle violazioni prevenzionistiche. Per far valere le proprie ragioni, il datore può fare ricorso innanzi al TAR territorialmente competente entro 60 gg dalla notifica. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

  • Pdr Uni 125: la prassi sulla parità di genere

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Oggi voglio parlarti di un tema al quale tengo particolarmente, un tema molto sensibile, che in Italia come nel resto del mondo ha sempre fatto parlare parecchio di sé. Sto parlando della parità di genere, l’agenda Europea 2030 nello specifico all’obbiettivo numero 5 mira a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. A tal proposito le aziende al giorno d’oggi hanno una grande responsabilità, e dimostrare ai propri stakeholders la vicinanza a questo tema attraverso la certificazione UNI PdR 125:2022 può sicuramente essere motivo di differenziazione, soprattutto visti i finanziamenti a fondo perduto previsti, vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. COS’È? La prassi di riferimento UNI PdR 125:2022 definisce le Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che prevede l'adozione di specifici KPI (Key Performances Indicator - Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni La PDR definisce le modalità di implementazione per un sistema di gestione per la parità di genere che prevede la strutturazione e l’adozione di un insieme di politiche e procedure atte al raggiungimento degli indicatori prestazionali. Andando a migliorare e valorizzare le performance individuali e organizzative, facendo emergere le varietà delle caratteristiche personali e professionali al fine di una riproposta e attualizzazione dell’economia e competitività aziendale. La Certificazione per la Parità di genere è applicabile a qualsiasi tipo di Organizzazione, sia del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività. Sono escluse dall’applicazione del presente documento le Partite IVA che non hanno dipendenti o addetti. DA DOVE NASCE? L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile elaborata dall’ONU prevede tra i suoi obbiettivi di raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze (obiettivo numero 5). La legge n. 162/2021 prevede la certificazione della parità di genere a partire dal 1° gennaio 2022. Questo documento deve attestare le politiche e le misure concretamente adottate dal datore di lavoro per ridurre il divario di genere (es. opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità). Il Dipartimento per le pari opportunità, all’interno dei fondi previsti dal PNRR, attiverà misure al fine di sostenere le imprese che vorranno certificarsi, con un supporto concreto per le spese di certificazione. I PUNTI CHIAVE La Prassi di riferimento si basa su indicatori di processo suddivisi in aree di pertinenza: Cultura e strategia Governance Processi HR Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda Equità remunerativa per genere Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro Ogni area di pertinenza ha un peso percentuale che contribuisce alla misurazione del livello raggiunto dell’organizzazione per la parità di genere. La prassi di riferimento prevede l’adozione di un piano strategico al fine di migliorare nel tempo le prestazioni dell’organizzazione in materia. I VANTAGGI L’accesso a sgravi fiscali per l’organizzazione tramite l’esonero del versamento dei complessivi contributi previdenziali in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui. Il finanziamento di Regione Lombardia dell’80% delle spese di consulenza e dell’ente di certificazione pari ad un massimo come da tabella sottostante: La creazione di un ambiente di lavoro maggiormente attrattivo per entrambi i generi e capace di far emergere il talento e il merito di ogni persona Il Rafforzamento dell’immagine reputazionale dell’Organizzazione e il raggiungimento di un obiettivo così sensibile, significativo e attuale L’accesso a vantaggi e premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei Nel 2023 avere ancora un enorme tasso di disuguaglianza tra i generi è inammissibile, è bene che ognuno di noi nel proprio piccolo si sforzi per far si questo non avvenga, quella che ti ho presentato oggi è un’enorme opportunità e sono sicuro che un imprenditore con sani principi come te riesca a percepirne il giusto valore. Per qualsiasi informazione aggiuntiva non esitare a contattarci. Spero come sempre di averti fornito una panoramica completa circa l’argomento trattato, ti ricordo che per qualsiasi informazione io e lo staff di TQSA rimaniamo a disposizione. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

  • Bando Bit INAIL: l'innovazione tecnologica delle imprese

    Buongiorno, Caro lettore, bentornato nel nostro appuntamento settimanale sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Oggi ho deciso di sfruttare questo spazio per comunicarti che è stata prorogata la scadenza per il BANDO BIT 2022 al 13 febbraio 2023 alle ore 17. Di cosa si tratta? Inail, in collaborazione con il centro di competenza ARTES 4.0, promuove un bando per l’innovazione tecnologica delle imprese (BIT), per il finanziamento di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla riduzione del fenomeno infortunistico/tecnopatico o al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Chi può partecipare a tale bando? Il bando BIT si rivolge a start up, micro, piccole, medie e grandi imprese, con stabile organizzazione in Italia, che non abbiano impedimenti di alcun genere a contrarre con la Pubblica Amministrazione. Ciascuna impresa partecipante può presentare una sola proposta progettuale in forma singola o in qualità di capofila di partenariati costituiti da più imprese. In cosa consiste? La finalità del bando è incentivare progetti di innovazione, ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati alla riduzione del fenomeno infortunistico/tecnopatico o che abbiano una riconoscibile capacità di produrre ricadute positive ai fini della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori tramite l’utilizzo delle tecnologie Impresa 4.0. I progetti ammissibili al finanziamento devono essere integralmente compresi in una delle seguenti categorie di aiuti: Aiuti ai progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale (Art. 25 del Regolamento europeo GBER n. 651/2014); Aiuti all’innovazione a favore delle PMI (Art. 28 del Regolamento europeo GBER n. 651/2014); Aiuti per l’innovazione dei processi e dell’organizzazione (Art. 29 del Regolamento europeo GBER n. 651/2014). Quali sono le caratteristiche dell’agevolazione? La dotazione finanziaria messa a disposizione per il bando BIT è di 2 mln di euro. Il bando prevede la concessione di agevolazioni sotto forma di contributi alle imprese beneficiarie nella misura del 50% delle spese sostenute, per un importo minimo non inferiore a euro 100.000 e per un importo massimo non superiore a euro 140.000 per ciascun progetto. Quale è l’iter valutativo? La procedura di selezione dei progetti sarà suddivisa in due fasi: verifica di ammissibilità delle domande valutazione tecnico scientifica delle proposte ammesse L’assegnazione del contributo avverrà sulla base di una graduatoria di merito. Come partecipare? Le domande devono essere trasmesse tramite la piattaforma: https://retecompetencecenter4-0-italia.it/artes/. I progetti devono prevedere: un piano di intervento concreto, dettagliato in investimenti, costi e tempi; una esposizione chiara dei benefici che il progetto di innovazione avrà nell’ambito della prevenzione e del contrasto degli infortuni e delle malattie professionali e in generale in materia di salute e sicurezza sul lavoro; un livello di maturità tecnologica compresa nell’intervallo tra TRL 5 e TRL 8; il ricorso alle competenze e alle strumentazioni di Artes 4.0 nella misura non inferiore al 20% delle spese ammissibili a copertura di servizi di ricerca contrattuale, consulenza tecnologica e supporto all’innovazione. Spero come sempre di averti fornito una panoramica completa circa l’argomento trattato, ti ricordo che per qualsiasi informazione io e lo staff di TQSA rimaniamo a disposizione. Alla prossima settimana con un nuovo articolo. Buona giornata!

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